Dalì

Giugno – Agosto 2004
Centro Congressuale “de Laugier”, Portoferraio

Salvador Dalì

Nel centenario della nascita del pittore, scultore e poeta surrealista Salvador DALĺ­, l’Isola d’Elba ospita nella Sala San Salvatore del Centro Congressuale “de Laugier” a Portoferraio la mostra “Salvador DALĺ­, piacere e complessità  di un genio” dal 19 giugno al 29 agosto. L’esposizione è promossa dalla Società  PAC- Promozione Attività  Culturali di Milano/Portoferraio, in collaborazione con la Fondazione Metropolitan di Milano, con l’Associazione Culturale Dioniso di Pier G. Carizzoni, con il contributo del Comune di Portoferraio, dell’Associazione Albergatori Isola d’Elba, dell’APT- Azienda per il Turismo dell’Arcipelago Toscano e del Consorzio Elba Promotion, e si colloca all’interno del ciclo di manifestazioni internazionali (in programma eventi e celebrazioni a Barcellona, Madrid, Rotterdam ecc.) che celebrano l’anniversario della nascita del Maestro catalano.
La mostra rappresenta il primo grande appuntamento italiano nel panorama europeo delle celebrazioni dedicate al grande artista, che in Italia culmineranno nell’esposizione di Palazzo Grassi a Venezia (in settembre).
Nella sede espositiva saranno visibili circa 270 lavori del Maestro, tutti appartenenti alla sua maturità  artistica: un nucleo di 250 opere rappresenterà  l’opera grafica (litografie, acqueforti, incisioni, xilografie, illustrazioni eseguite per testi letterari), mentre una seconda sezione di circa 20 pezzi è costituita da un’importante serie di statue in bronzo.
Le sculture esposte sono state create dall’artista nel decennio immediatamente precedente al silenzio artistico, periodo caratterizzato da una creatività  particolarmente sofferta. Queste opere, ultimo contributo di Dalì all’arte ed espressione di una poetica ossessiva, ripercorrono i temi classici del Maestro: la componente mistico-onirica, il riferimento alla classicità  ed alla tradizione letteraria spagnola.
Tutte le sculture in esposizione fanno parte della Collezione Clot, raccolta di opere originali daliniane in bronzo. Queste, ideate ed eseguite interamente dall’artista, che ha modellato la cera con le sue mani, si distinguono dagli “oggetti surrealisti” degli anni Trenta, frutto di collaborazioni con altri artisti o di rielaborazioni surrealiste di oggetti preesistenti, e si differenziano anche dalle più tarde interpretazioni in chiave tridimensionale di gouaches o di disegni del grande Maestro catalano.
Particolarmente notevole nella sezione “grafica” il ciclo di 12 incisioni acquerellate Après 50 ans de Surréalisme, col quale DALĺ­ analizza in maniera retrospettiva i momenti salienti della sua evoluzione stilistica, o la serie Tauromachia Surrealista, incisioni nate dalla meditazione sulle celebri Tauromachie di Goya e Picasso, ma anche opere quali illustrazioni per il Faust (1973) o le 105 tavole realizzate nel corso degli anni Sessanta per il Testo Sacro della Bibbia.
Il percorso espositivo permette al visitatore di indagare la poetica matura dell’artista, capace di spaziare in maniera poliedrica tra Surrealismo, Simbolismo e classicità , e lascia emergere con grande evidenza lo straordinario percorso creativo di una tra le massime icone della cultura novecentesca e della sensibilità  moderna.

Il piacere di essere Salvador DALĺ­

“Mio padre mi preferiva come scrittore che come pittore; probabilmente aveva ragione”.
Salvador DALĺ­, genio multiforme, fin dalla più tenera età  è stato un grafomane, obbedendo a un impulso, un piacere che soltanto la pittura poteva offrirgli in eguale misura. Ha scritto diari, poesie, prosa, saggi, opere teatrali, una quantità  incredibile di lettere.
Tutto o quasi basato su un tema: se stesso. Il Leitmotiv della sua vita lo aveva riassunto così: “ogni mattina, al risveglio, provo un piacere supremo, il piacere di essere Salvador DALĺ­”.
è necessario valutare la personalità  di Salvador Dalì da una prospettiva polivalente. Pittore, scultore, disegnatore, poeta, uomo di cinema con Buñuel, creatore di grandi spettacoli pubblici, provocatore di scandali.
Sono diverse facce di uno stesso personaggio che per alcuni fu un autentico genio e per altri un semplice avidadollaros alla ricerca di facile pubblicità .
è stato un artista nel senso più ampio e ricco della parola, traboccante di immaginazione e fantasia, che amò la provocazione fin dai banchi di scuola e che concluse la sua carriera sepolto in un Teatro-Museo, sede della Fondazione a lui dedicata, nella città  di Figueiras.
In più di un’occasione DALĺ­ aveva affermato “tutta la mia opera è un riflesso, uno degli innumerevoli riflessi di ciò che faccio, scrivo e penso”.
Tutta la sua opera è un riflesso del suo mondo interiore, dei mostri del suo subcosciente, è la lotta contro le chiusure famigliari e sociali, è infine la volontà  di sintonizzarsi con i nuovi tempi e modi di organizzazione e comunicazione sociale.
DALĺ­ ha vissuto a modo suo, ha fatto della sua vita un’opera d’arte e l’ha resa popolare attraverso le sue creazioni. Questo è un merito che nessuno gli può contestare e che ha proclamato più di una volta, come fece nel suo famoso manifesto, Mi Lucha, dove affermava: “contro la semplicità , la complessità ; contro l’uniformità , diversificazione; contro il collettivo, l’individuale; contro la politica, la metafisica; contro la rivoluzione, la tradizione; contro la medicina, la magia; contro lo scetticismo, la fede.
Da tutte le sue opere emerge la capacità  di provocazione e la sua paradossale lucidità . Dalì aveva capito prima di tutti che l’abilità  commerciale e pubblicitaria dell’autore è importante quanto la qualità  artistica dell’opera. è stato precursore dell’era dell’immagine, della propaganda, dello show e dell’happening continuo.

Catalogo Dalì

Salvador Dalì : “sculture originali – opere grafiche”, PAC, Milano/Portoferraio, 2004

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