Nietzsche, Rilke, Lou Salomé. Il dicibile e l’indicibile

“NIETZSCHE, RILKE, LOU SALOMÉ. IL DICIBILE E L’INDICIBILE”

MILANO, 2 settembre – 10 ottobre 2017
Fabbrica del Vapore | Spazio ex-Cisterne, Via Procaccini 4, Milano

Mostra e manifestazione a cura di Pier Giorgio Carizzoni
Organizzazione e coordinamento: Associazione Culturale Dioniso – www.associazioneculturaledioniso.it
In collaborazione con: Comune di Milano – Fabbrica del Vapore
Con il contributo di: Regione Lombardia
Con il patrocinio di: Fondazione Cariplo, EUNIC (European Union National Institutes for Culture)
In collaborazione con: Forum Austriaco di Cultura a Milano, Goethe-Institut Mailand
Progetto dell’allestimento e grafica: Maria Cristina De Nigris
Allestimenti: E20

Le immagini in mostra provengono da: Archivio Goethe-Schiller, Weimar | Archivio Lou Andreas-Salomé, Goettingen |
Biblioteca Nazionale Svizzera, Berna | Archivio Associazione Culturale Dioniso

Si ringrazia per la collaborazione:

Arianteo
Biblioteca Comunale Centrale di Milano (Palazzo Sormani)
Casa della Cultura
Centro Yoga Mandir
Conservatorio Giuseppe Verdi
Fabbrica dell’Esperienza
Forum Austriaco di Cultura a Milano
Libreria Centofiori
Libreria Gogol & Company
Libreria Open
Libreria Popolare di Via Tadino
Libreria Verso
Liceo Classico Parini
Mediateca Santa Teresa
Palazzo Reale
Ristorante Dulcis in Fundo
Spazio Banterle/Teatro degli Incamminati
Teatro Franco Parenti
Teatro Akropolis, Genova

Hanno collaborato: Vittorio Bocceda, Liliana Bertoli, Alice Pirotta, Milena Ronzoni, Ilaria Mascheroni, Daniela Castellucci, Simona Bernasconi.

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A vent’anni dalla sua fondazione, l’Associazione Culturale Dioniso festeggia l’avvenimento con un omaggio di ampio respiro dedicato a tre autori che ne hanno caratterizzato il percorso professionale: Friedrich Nietzsche (1844-1900), Rainer Maria Rilke (1875-1926) e Lou Andreas-Salomé (1861-1937), grandi protagonisti della cultura europea del Novecento e tutt’oggi punti di riferimento per la comprensione della contemporaneità.

Fulcro della manifestazione, ideata e curata da Pier Giorgio Carizzoni, una mostra presso la Fabbrica del Vapore/Spazio ex-Cisterne in programma dal 2 settembre al 10 ottobre, in collaborazione con il Comune di Milano-Fabbrica del Vapore, che comprende una ricca sezione di fotografie d’epoca, documenti, video, testi letterari riguardanti i tre autori prescelti. Accanto ai volti di Nietzsche, Rilke e Lou Salomé, colti nelle varie fasi della loro vita, compaiono quelli di amici, familiari, amanti, di luoghi o abitazioni a loro cari. È una straordinaria galleria di ritratti di insigni personalità vissute a cavallo tra Otto e Novecento, rievocate grazie a brani tratti da epistolari, aforismi, poesie e ricordi diaristici, in un intenso gioco di rimandi e rispecchiamenti.
In dialogo con testi e immagini, nel cuore dello spazio espositivo, le opere della scultrice Elena Mutinelli, dell’artista Volker März, e di quelle site specific dei pittori Ariel Soulé e Anna Pellegrini.

Per tutto il mese di settembre, in una quindicina di sedi diverse per un totale di oltre venti appuntamenti, la vita e l’opera di Nietzsche, Rilke e Lou Salomé, la loro multiforme personalità, l’influenza in filosofia, poesia, psicoanalisi, musica, arti figurative, scienza, letteratura e teatro, saranno analizzate e rivisitate da autorevoli scrittori, interpreti, filosofi e critici italiani: Giulio Giorello, Carlo Sini, Franco Branciaroli, Quirino Principe, Laura Pariani, Giulio Guidorizzi, Enzo Restagno, Romano Màdera, Anna Torterolo, Susanna Mati, Rossella Fabbrichesi, Sossio Giametta, Amelia Valtolina, Elisabetta Chicco Vitzizzai, Arianna Ghilardotti, Gianguido Piazza, Silvano Piccardi, Mario Aletti, Massimo Morasso, Piero Cammerinesi, Eric Minetto e Ada Servida Vento.

Nietzsche, Rilke, Lou Andreas-Salomé: un triangolo di spiriti liberi di cui quest’ultima è l’anello di congiunzione, ponte necessario e insostituibile che conduce a un giardino epicureo fondato su studi in comune, fertile scambio di idee tra (presunte) anime affini. Il “triangolo” sognato da Lou e mai concretizzato emerse in verità solo in occasione del suo legame di amicizia tutto intellettuale con gli innamoratissimi e non corrisposti Friedrich Nietzsche e Paul Rée, nell’anno 1882.
Del tutto impraticabile sarebbe stato un triangolo Lou-Rilke-Nietzsche: quando Lou e Rilke si incontrarono per la prima volta nel 1897 a Monaco, preludio della loro breve relazione d’amore e quindi della ventennale, fervida amicizia, Nietzsche viveva recluso e con la mente ottenebrata nella villa di Weimar, sotto la vigile custodia della sorella Elisabeth.
Nietzsche, pensatore asistematico, moralista-immoralista radicale, demistificatore visionario che prefigura impietosamente il declino (décadence) della civiltà occidentale, demolitore dei pilastri del cristianesimo e della tradizione filosofica, nei suoi scritti ricchi di afflati poetici vuole farci respirare a pieni polmoni l’aria tersa delle vette.
Rainer Maria Rilke, poeta di prima grandezza, trascina il lettore verso le purissime profondità marine: che scriva di una rosa, di una fontana zampillante, della morte di un’amica o di una cattedrale, sa trasformare ogni visione, ciascun minuscolo dettaglio in un incantevole poema (o prosa) di cristallina poeticità. Artista-cantore, scruta il mondo attorno a sé con la lente del filosofo illuminato da una sguardo che supera la mera apparenza e la caducità delle cose, alla ricerca della loro essenza e della loro più lontana origine.
Rilke e Nietzsche, geniali esploratori dell’animo umano e del suo dostojevskiano “sottosuolo”, sono in buona misura precursori e forieri dell’appassionata dedizione alla causa psicoanalitica della comune amica Lou; per la “indomabile” (secondo Freud) Frau Salomé, “acuta come un’aquila e coraggiosa come un leone” (definizione di Nietzsche), la psicoanalisi freudiana è una conquista miracolosa che mira a sondare con la ragione e l’intuizione l’irrazionalità dell’esistenza, l’assurdo, lo “scabroso”, il misterioso.
Per Lou la vita umana è – rilkianamente – “poesia”: il piacere di vivere consiste nello strappare veli e riportare alla luce ciò che è occultato, dissotterrare tesori, denudare la vita per contemplarla nel suo irresistibile splendore, diamante ricco di impurità e di chiaroscuri, riconquistando la soave levità dell’infanzia che sa trovare, in ogni gesto, la via del sorriso riconoscente verso ciò che è.
Tutti e tre, con strumenti diversi, si volgono a una meta liberatoria, emancipatrice della condizione umana, interrogandosi sul senso (ultimo) delle cose.

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